Equiseto

A primavera e soprattutto con un clima così piovoso come quest’anno, quello che cresce meglio in ogni orto sono le erbe spontanee. Nel nostro orto non è diverso e ci danno parecchio da fare.

Non le eliminiamo completamente, ma ci limitiamo a contenerle quel tanto che basta per non danneggiare i piccoli ortaggi. Le erbe spontanee sono fondamentali perché contribuiscono a tenere sempre coperto il suolo, proteggendolo sia dal dilavamento ad opera delle piogge, sia dalla desertificazione dovuta dalla lunga esposizione ai raggi solari che causano un eccessiva evaporazione. Inoltre le radici lavorano e arricchiscono il terreno.

In ultimo, ma non perché meno importante, molte di queste erbe sono commestibili e contribuiscono ad arricchire di sapori unici i nostri piatti.
Tra le numerose piante spontanee che popolano l’orto, troviamo l’equiseto, che è una delle specie vegetali più antiche viventi sulla terra, infatti sono stati ritrovati fossili di alcune specie di equiseto risalenti a 400 milioni di anni fa.

Il fascino di questa pianta che si riproduce tramite spore, sta nelle sue numerose proprietà: aiuta i reni grazie alla sua azione diuretica, contiene una gran quantità di sali minerali che favoriscono la rimineralizzazione del sistema osteo-articolare, delle unghie, dei capelli e dei denti, viene utilizzato in cosmesi per le sue capacità cicatrizzanti e abrasive.

Noi durante la primavera e l’estate raccogliamo queste piante, le facciamo essiccare per avere la nostra scorta per l’inverno; ci servono per preparare tisane e decotti. Anche nell’orto l’equiseto svolge un’azione insostituibile poiché, irrorato sulle piante sotto forma di decotto, le rinforza rendendole meno sensibili all’attacco di malattie fungine.

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