Unesco, la transumanza è patrimonio culturale immateriale dell’umanità

La candidatura era stata presentata dall’Italia insieme a Grecia e Austria. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: «Premiato il nostro lavoro». Allarme della Coldiretti: «Con un milione di pecore in meno è emergenza pastori»

Il comitato del patrimonio mondiale dell’Unesco, riunitosi mercoledì a Bogotà, in Colombia, ha proclamato la transumanza patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

La decisione è stata approvata all’unanimità dai 24 Stati membri del Comitato intergovernativo. È la terza volta, si legge in una nota del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), dopo la pratica tradizionale della coltivazione della vite ad alberello della comunità di Pantelleria e l’arte dei muretti a secco, che viene attribuito questo prestigioso riconoscimento a una pratica rurale tradizionale. L’Italia acquisisce così il primato di iscrizioni in ambito rurale e agroalimentare superando Turchia e Belgio.

La candidatura

La candidatura del «movimento stagionale del bestiame lungo gli antichi tratturi nel Mediterraneo e nelle Alpi» era stata avanzata nel marzo 2018 dall’Italia come capofila insieme alla Grecia e all’Austria, e coordinata – a livello internazionale – dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con il coinvolgimento diretto delle comunità italiane delle Regioni di Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Lazio, Abruzzo, Lombardia e alle province di Trento e Bolzano. «Sono particolarmente contento di questo risultato che riconosce e premia il nostro lavoro», ha detto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Come ha evidenziato l’Unesco nella sua motivazione «la pratica della transumanza, rispettosa del benessere animale e dei ritmi delle stagioni, è un esempio straordinario di approccio sostenibile». «Siamo fieri di questo riconoscimento per la tradizione rurale italiana con la transumanza che diventa patrimonio immateriale dell’Unesco», ha aggiunto la ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova.

Allarme Coldiretti

Un riconoscimento importante – sottolinea la Coldiretti – che conferma il valore sociale, economico, storico e ambientale della pastorizia che coinvolge in Italia ancora 60mila allevamenti nonostante il fatto che nell’ultimo decennio il «gregge Italia» sia passato da 7,2 milioni di pecore a 6,2 milioni perdendo un milione di animali.

I tesori italiani

L’ Italia può contare su molti altri «tesori», già iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’elenco comprende l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014), l’arte dei pizzaiuoli napoletani (2017), la Falconeria (2016) e dal novembre 2018 l’arte dei muretti a secco.

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