Un fertilizzante naturale con gli avanzi in cucina

Dai fondi del caffè alla buccia di banana, ecco come riusare i nostri scarti per tenere lontano i parassiti da orti e giardini. Senza inquinare, risparmiando e utilizzando i rifiuti, riducendo gli sprechi

Orto, giardino, balcone, terrazza: Per queste attività, quando è possibile, bisogna preferire i fertilizzanti naturali con i loro vantaggi. Non inquinano, consentono di risparmiare utilizzando scarti e rifiuti, riducono gli sprechi e alleggeriscono la catena dello smaltimento.

Un bravo pollice verde inizia il suo lavoro in cucina. Qui, per esempio, sottrae dal secchio dell’immondizia i fondi di caffè, li sbriciola e poi li sparge sul terreno da concimare, rendendolo immediatamente più acido, grazie alla presenza di azoto e di sostanze antiossidanti.

I fondi di caffè, particolarmente efficaci con piante come azalee e camelie, oltre che nutrire il terreno, hanno il vantaggio di produrre un odore repellente per parassiti e lumache.

Anche i gusci d’uovo sono rifiuti da trasformare in fertilizzanti fai-da-te. Prima bisogna lavarli, ridurli a piccoli pezzi e poi infilarli in profondità, tra le radici della pianta. Dove il guscio d’uovo, grazie all’alto contenuto di carbonato di calcio (90%) svolge una specifica funzione di  ricostituente, irrobustendo la pianta.

Un terzo rifiuto quotidiano, che dalla cucina possiamo trasferire nell’orto o nei vasi piazzati sul nostro balcone, è rappresentato dalle bucce di banana. La loro forza come fertilizzanti naturali è tutta concentrata nel potassio, di cui le bucce di banana sono molto ricche. Anche in questo caso il lavoro da fare è semplicissimo: prima le bucce vanno triturate, e poi interrate a bassa profondità. I giardinieri più attenti all’ambiente le consigliano in particolare per la coltivazione delle rose.

In alternativa, le bucce di banana possono essere macerate per un paio di settimane, e poi spruzzate alla base dei fiori per accelerare la fioritura. Un’ultima raccomandazione riguarda la cottura delle verdure: una volta che l’acqua ha bollito, non sprecatela gettandola nel lavandino. Usatela piuttosto per innaffiare qualsiasi pianta e per rendere più fertile il terreno sul quale state lavorando.

Dalla cucina al salotto e alla camera da pranzo. Qui il residuo più interessante per il pollice verde è sicuramente la cenere, ricca di calcio, fosforo, magnesio, potassio.

La cenere va semplicemente mescolata al terriccio e poi messa alla base delle piante: una proporzione attendibile prevede duecento grammi di cenere per ogni metro quadrato di terra.  

Sempre in salotto, non sprecate gli avanzi degli infusi che avete sorseggiato nel corso della giornata: quello alla camomilla, in particolare, arricchisce il compost formato dagli scarti alimentari, in quanto favorisce la decomposizione dei residui organici.

E anche il fondo della bottiglia di vino, invece di buttarlo, si può spargere sul terreno: favorirà la fioritura e, grazie al tannino, renderà le piante più robuste.

Nel catalogo dei fertilizzanti naturali che possiamo preparare da soli, sono compresi alcuni prodotti preziosi per una coltivazione sostenibile. Il lievito di birra, basta scioglierne tre cucchiai in dieci litri di acqua; il macerato di ortica, (è un fertilizzante naturale molto indicato per le piante di pomodoro).

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