La luffa viene consumata come alimento e viene essiccata per ottenere spugne da utilizzare per la cura del corpo o per pulire le superfici di casa, al posto delle comuni spugne sintetiche.
Quando il frutto della luffa si è essiccato, viene privato della buccia esterno e quindi pelato, lasciando emergere in superficie la parte più fibrosa ed elastica che renderanno la luffa una spugna multiuso e adatta a ogni esigenza, naturale al 100%
La sua azione può essere sfruttata anche per evitare la formazione di quegli antiestetici accumuli cheratinici conseguenti all’uso della ceretta depilatoria, conseguenza della ricrescita sottopelle dei peli dentro i pori (peli incarniti).
In questo caso è conveniente applicare sulla pelle un olio emolliente, ad esempio olio di Mandorle, o una crema grassa come il Burro di Karité, e lasciar ammorbidire per alcune ore, quindi effettuare un massaggio circolare sulla zona da trattare con la Luffa sempre bagnata e insaponata: la pelle perderà quell’orribile aspetto di “pelle d’oca” e tornerà di nuovo liscia e gradevole.
Oppure si può effettuare un massaggio delicato, con movimenti circolari sulla pelle asciutta, con la Luffa ugualmente asciutta, per riattivare la circolazione sanguigna, oppure per fare uno “scrub” più profondo, soprattutto sui gomiti e sui talloni.
Anche le zone soggette a cellulite si avvantaggeranno del massaggio quotidiano effettuato con la Luffa, poiché essa facilita l’assorbimento di eventuali creme anticellulite, migliorando contemporaneamente la circolazione del sangue, contrastando così in modo attivo una delle cause della cellulite stessa, cioè la cattiva circolazione.
La Luffa viene utilizzata tal quale, semplicemente tagliando a pezzi il reticolo fibroso del frutto e ricavando da esso 4-5 spugne, a seconda della sua grandezza, anche applicando loro un manico in modo da ottenere una “spazzola” di Luffa per lavare la schiena; ma con questo frutto si confezionano anche delle manopole da bagno e delle strisce lavaschiena, con una parte di tessuto e una di Luffa, così da avere una parte un po’ più ruvida e una più morbida per le zone più delicate del corpo.
Nasce da questa particolare destinazione dei frutti di Luffa il nome francese di “Courge-torchon” (panno di zucca) che serve, volgarmente, ad individuare tali zucche.
La Luffa di qualità più morbida e con la trama del reticolo più largo, quindi meno utilizzabile come spugna, può essere comunque utilizzata anche per imbottiture e per riempimento di vari oggetti domestici (sedie, poltrone ecc.), oppure per confezionare dischetti detergenti per il viso, o anche come suola per ciabattine di cotone, o come solette sottopiede traspiranti per le scarpe, come materiale isolante termoacustico, per imballaggi, o anche come substrato per colture idroponiche, e come abrasivo multiuso, per esempio in cucina per le stoviglie, ed altro ancora.
Il campo di utilizzazione della Luffa che, ripeto, è naturale e biodegradabile e oltretutto rinnovabile (basta coltivarla!), quindi eco-compatibile, potrebbe essere molto vasto e potrebbe sostituire molti materiali tradizionali, di solito più inquinanti, con grande vantaggio per l’ambiente.
La coltivazione della luffa è vantaggiosa sotto diversi profili: totalmente ecosostenibile, si presta alla realizzazione di spugne e allo stesso tempo può essere consumata come vegetale.
I suoi semi sono preziosi e anche i suoi fiori sono commestibili, crudi o cotti
. Anche il fusto delle piante di luffa è interessante perché il suo interno può essere utilizzato in ambito cosmetico e officinale, grazie al lattice contenuto al suo interno che viene impiegato nella realizzazione di saponi e altri prodotti legati alla cosmesi.
La spugna che si ottiene dalla luffa permette di ottenere un leggero ma efficace effetto esfoliante sulla pelle, che la rigenera e la purifica. Può essere utilizzata per strofinare un sapone, un olio vegetale o un qualsiasi prodotto naturale per la pelle.
In casa le spugne in luffa possono essere utilizzate per pulire qualsiasi superficie: sono efficaci per rimuovere lo sporco grazie alle loro fibre cattura sporco.
Si risciacquano con facilità e si strizzano dopo l’utilizzo, non sono soggette a muffe come spesso accade per le spugne sintetiche, e si mantengono a lungo nel tempo.
Per chi volesse provare ad autoprodurre la sua luffa, può coltivare la pianta nell’orto o all’interno di un vaso.
Si semina ad aprile-maggio e si consiglia di mettere nel terreno 3 semi a una profondità di circa 2 centimetri e scegliere la piantina che cresce più facilmente.
In alternativa si possono poi spostare tutte in un terreno più grande.
Sono piante che hanno bisogno del loro spazio vitale quindi non è consigliato mettere i semi a una distanza minore di 50 centimetri perché rischiano di rubarsi i nutrienti.
Si tratta di una pianta rampicante che diventa anche un bell’ornamento per il terrazzo. Per questo è consigliato col tempo di creargli una struttura, magari in legno, su cui possa salire e svilupparsi.
Il terreno deve rimanere sempre umido, non troppo bagnato e mai secco.
Una volta raccolti i frutti della luffa, si lasciano essiccare fino a quando la buccia non si toglie e si eliminano i semi dall’interno (assomiglia moltissimo a una zucchina).
Con poco sforzo, otteniamo un buon vegetale per arricchire la nostra tavola e una spugna 100% naturale da utilizzare per noi e per la casa.