Le rotazioni in termini pratici: come impostarle per tutti gli ortaggi comuni

Compresa l’importanza delle rotazioni, bisogna metterle in pratica nel concreto, in base alla superficie effettivamente disponibile e definendo alcuni criteri di scelta soggettivi oltre a quelli oggettivi che tengono conto delle famiglie botaniche degli ortaggi.

L’importanza della progettazione dell’orto

Quello che aiuta veramente ad organizzare l’orto è una sua progettazione all’inizio dell’anno, lavoro che prende un po’ di tempo, ma che può anche risultare divertente e creativo.

Si tratta di misurare lo spazio, suddividerlo in settori o in aiuole, e di attribuire a queste porzioni una numerazione o dei nomi. Su un foglio riporteremo lo schizzo dell’orto con i singoli spazi contrassegnati nel modo scelto, per associarli alle colture che si intendono coltivare in questi spazi per tutto l’anno.

Per decidere quali ortaggi coltivare e le relative quantità, è opportuno avere chiari i propri criteri di scelta. Vediamo che cosa conviene in particolare valutare.

Criteri di scelta degli ortaggi

Terreno e clima

Un fattore decisivo per la scelta degli ortaggi da coltivare, ed eventualmente l’esclusione di qualcuno di essi, è l’insieme delle caratteristiche del luogo in cui ci troviamo. Essere a nord o a sud, in pianura, in collina o in montagna, infatti, può condizionare molto la decisione delle rotazioni.

A 1000 metri di altitudine sapremo di non poter contare su una stagione molto ampia e potremo puntare ragionevolmente su due raccolti annuali, uno dei quali parzialmente protetto con tessuto non tessuto o con tunnel.

Anche il tipo di terreno conta tanto, benché tramite le lavorazioni e le concimazioni si possa intervenire molto nel migliorare alcuni limiti. Per esempio, un suolo a tessitura molto argillosa o anche molto sassosa, rendono complicata, ma non impossibile, la coltivazione delle carote. Invece al contrario un suolo molto sciolto risulta molto favorevole a questo ortaggio da radice, che potremo decidere di seminare in grandi quantità, se gradito.

Grado di difficoltà delle colture

Alcune colture sono effettivamente molto più semplici di altre da coltivare. Tra queste rientrano sicuramente le zucchine e le lattughe da cespo, che si sviluppano con poche difficoltà e richiedono cure colturali non impegnative.

I pomodori, come gli appassionati sanno, necessitano di legature, sfemminellature e tanta attenzione ai parassiti, ma ci sentiamo di affermare che sono immancabili nell’orto, e che quindi convenga solo valutare se metterne tanti o pochi.

In realtà con un po’ d’esperienza e costanza, non si può affermare che ci siano colture realmente difficili da portare al raccolto, ma sicuramente alcune richiedono più pazienza, per esempio per lavori come il diradamento e/o la pulizia dalle erbe infestanti: è il caso di carota, rapa, prezzemolo.

Se pensiamo di avere poco tempo da dedicare settimanalmente all’orto, conviene concentrarsi su colture più semplici e veloci da gestire.

Spazio disponibile

La superficie coltivabile disponibile è un vincolo, ma proprio per questo è importante farla fruttare al meglio. Ci sono ortaggi che occupano decisamente tanto spazio: zucche, meloni e angurie sono tra questi, pertanto una loro introduzione nell’orto deve essere valutata.

Infine, cosa che sembra scontata ma non lo è, i gusti personali sulle verdure rivestono un ruolo decisivo nell’impostare le rotazioni, così come l’eventuale esperienza di coltivazione degli anni passati.

Organizzare gli spazi per tutto l’anno

Prendiamo un esempio concreto di orto, che abbia 10 aiuole, larghe 1 metro e lunghe 10 metri. Tra ciascuna aiuola vi è un camminamento largo 50 cm che consente anche comodi passaggi con la carriola. Un ulteriore spazio extra può essere lasciato in modo permanente alle fragole, alle specie aromatiche e ai fiori.

Potremmo realizzare una progettazione delle 10 aiuole seguendo lo schema seguente come esempio:

Il sovescio nelle rotazioni

Nelle rotazioni è utile destinare un’aiuola o due al sovescio, una pratica molto benefica per assicurare la fertilità della terra.

Consiste nel coltivare delle essenze, di solito in miscuglio, che non saranno destinate al raccolto ma dovranno essere interrate quando la loro biomassa avrà raggiunto un buon livello, prima della piena fioritura. Un miscuglio può essere seminato ad ottobre, per esempio dopo i pomodori, e interrato a primavera prima del trapianto della nuova coltura principale.

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