I segreti di una pratica antica e fondamentale per mantenere il terreno ricco di nutrienti. La rotazione evita nel tempo la piantumazione, nello stesso lotto, di piante con apparato radicale o fogliare simile
Il suolo è una risorsa importantissima. Per questo va conservato e gestito in modo saggio e lungimirante, per non ricorrere agli input esterni (fertilizzanti e concimi chimici) in modo costante. Alla lunga, infatti, queste sostanze mineralizzano il terreno, rendendolo sterile e inquinano le falde e le acque di superficie. Al contrario, la natura ci regala tutti i segreti per sfruttare le qualità e le peculiarità del suolo senza stressarlo e a lungo andare distruggerlo. L’indicatore di benessere del suolo risiede nella presenza di insetti, lombrichi e altri piccoli animali che altrimenti non potrebbero vivere in condizioni di drastico impoverimento di nutrienti. Sopravvivono meglio in suoli dalle condizioni positive e, come in un ciclo virtuoso, ne migliorano costantemente la qualità.
Per far sì che il substrato sia sempre fertile, è necessario suddividere le coltivazioni in tre categorie: piante ad alto, a medio e a basso consumo di nutrienti. Le prime, depauperanti, sono ad esempio le graminacee, i cavoli, melanzane e peperoni, zucche, zucchini e porri. Le seconde, di mantenimento, trovano esempi nella bieta, aglio, pomodori, aromatiche, carote e cicoria. Mentre le leguminose, la rucola e gli spinaci arricchiscono il terreno di azoto.
La rotazione evita nel tempo la piantumazione, nello stesso lotto, di piante con apparato radicale o fogliare simile. Inoltre, consente anche di mitigare l’impatto dei parassiti in quanto modifica le presenze vegetative in quel suolo, impedendo di fatto il proliferare di agenti patogeni di una singola specie.
Per questi motivi quando inizierete a cambiare le coltivazioni in vista dell’autunno bisognerà seguire uno schema temporale di questo tipo: primo periodo – alto consumo, secondo periodo – medio consumo e infine terzo periodo basso consumo. Ad esempio si può piantare il cavolo, successivamente la bieta e infine, la prossima primavera, i fagiolini. Dividendo l’orto in settori, ad ogni stagione avremo il succedersi di frutti e verdure tipiche del periodo.